mercoledì 21 agosto 2013

L’OMS dichiara che i latti di proseguimento e di crescita non sono necessari e che il loro marketing può ingannare i genitori

Una nuova presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo “Information concerning the use and marketing of follow-up formula” (Informazioni sull’uso e il marketing dei latti di proseguimento e di crescita – SCARICA QUI DAL SITO DELL’OMS) divulgata il 17 luglio 2013 afferma che le formule di proseguimento e di crescita non sono necessarie, sono inadatte a sostituire il latte materno dopo i 6 mesi e devono sottostare alle regole di commercializzazione stabilite dall’Assemblea Mondiale della Sanità. IBFAN spera che questa nuova presa di posizione dell’OMS possa spingere i governi a inserire nelle proprie legislazioni il controllo del marketing degli alimenti per lattanti e bambini piccoli, per far sì che i genitori ricevano solo informazioni obiettive e indipendenti sul migliore modo di nutrire i loro bambini. L’Unione Europea, dove la pubblicità ai latti di proseguimento e crescita è dilagante, ha recentemente emesso un regolamento che dovrebbe in qualche modo – non completamente, ma è un inizio – rafforzare questi controlli, vietando l’idealizzazione di questi latti nelle loro etichette.

L'industria di alimenti per l’infanzia ha inventato i latti di proseguimento per scopi commerciali e a torto sostiene che questi non siano coperti dal Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno e successive pertinenti Risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità. Ora continua questa strategia aggiungendo latti fortificati con nomi idealizzanti come ‘latte di crescita’, ‘latte primi passi’, ‘latte junior’ – denominazioni che non sono state autorizzate per il mercato europeo.

L’OMS afferma:

“Alcuni studi suggeriscono in modo convincente una diretta correlazione tra le strategie di marketing per i latti di proseguimento e di crescita e la percezione e il conseguente uso di questi prodotti come sostituti del latte materno. In molti casi, la confezione, il marchio e l’etichettatura dei latti di proseguimento e di crescita sono molto simili a quelli del latte per lattanti. Questo genera confusione circa la destinazione d’uso dei prodotti, cioè la percezione che siano sostituti del latte materno.”

“Anche se i latti di proseguimento e di crescita non sono necessari, e risultano non idonei quando usati come sostituti del latte materno, sono commercializzati in un modo che può generare confusione e avere un impatto negativo sull’allattamento al seno […] tipo di confezione, marchio ed etichettatura, possono indurre le madri a usare questi prodotti nei primi sei mesi e/o a sospendere l’allattamento al seno dopo questo periodo.”

“Se i latti di proseguimento e di crescita sono commercializzati o comunque rappresentati come adatti, con o senza modifiche, per sostituire parzialmente o completamente il latte materno, sono coperti dal Codice. Inoltre, quando i latti di proseguimento e di crescita sono altrimenti rappresentati in modo da essere percepiti o usati in sostituzione del latte materno, parzialmente o completamente, detti prodotti ricadono nell’ambito di applicazione del Codice.”

Patti Rundall, co-presidente di IBFAN, dice: “il marketing dei latti di proseguimento e di crescita ha fatto moltissimi danni alla salute e alla sopravvivenza dei neonati e dei bambini piccoli – in tutte le parti del mondo le aziende produttrici hanno utilizzato ogni mezzo per promuovere questi latti costosi come essenziali per la salute, utilizzando affermazioni di salute, idealizzazioni, doni, omaggi e pubblicità. Alcune aziende hanno affermato che questi prodotti non sono coperti dal Codice. Ma questa presa di posizione prova che hanno torto. I genitori sono stati raggirati e indotti a spendere inutilmente milioni di dollari, e devono conoscere la verità.”

domenica 18 agosto 2013

Genitori "ad alto contatto"


Io sono proprio una mamma ad alto contatto!!! E tu?


Chi sono i genitori ad alto contatto? Sono coppie genitoriali, madri e padri, che scelgono un metodo educativo che prevede uno stretto legame corporeo con il neonato. Portare il bambino in fascia, allattarlo al seno, condividere il sonno sono alcune delle pratiche messe in atto. Condividono il concetto che gesti affettivi che permettono al neonato di crescere sano, sicuro, amabile e forte sono i gesti più antichi dell’accudimento: cullare, abbracciare, accarezzare,baciare, stare vicini, guardarsi.
Gonzàlez scrive: “La nostra società, per alcuni aspetti così comprensiva, lo è molto poco nei confronti delle madri e dei bambini … sembrano esistere tre tipi di tabù:
-relativi al pianto, è proibito prenderli in braccio, dare loro ciò che chiedono
-relativi al sonno, è proibito addormentarli tenendoli in braccio o allattandoli o dormire con loro.
-relativi all’allattamento materno, è proibito allattare in qualsiasi momento”
Cos'hanno in comune queste convinzioni? Tendono a limitare al minimo il contatto fisico.
Eppure già Gerhardt diceva “Essere tenuto tra le braccia con amore è il più grande stimolo allo sviluppo … nelle braccia della madre o del padre, dove c’è calore si è al sicuro, i muscoli si rilassano ed il respiro si fa più profondo, nello stesso modo accarezzare dolcemente e cullare lievemente scioglie le tensioni. La frequenza cardiaca del bambino si sincronizza con quella della mamma: se lei è rilassata e in armonia, lo sarà anche il bambino. Il sistema nervoso autonomo della madre comunica con il sistema nervoso del bambino, calmandolo attraverso il tatto.”

Le mamme Canguro
Il contatto corpo a corpo per il neonato è un bisogno vitale, sia per la sua evoluzione psichica che fisica. 
Negli ultimi anni anche in Italia si è tornata a diffondere l'abitudine di portare i propri bambini in fasce o marsupi. 
Ashley Montagu (1905-1999), noto antropologo, scienziato e umanista inglese, attraverso il suo libro “Touching: the Human Significance of the Skin” raccoglie i risultati di studi autorevoli che sostengono che, quando viene alla luce, il bambino non è effettivamente pronto ad affrontare la vita fuori dall'utero.

Numerosi studi parlano infatti di un periodo chiamato esogestazione che rappresenta il periodo in cui il neonato completa il suo sviluppo al di fuori dal grembo materno. In questo periodo ciò di cui ha principalmente bisogno il neonato è il contatto corporeo con la mamma: l’essere tenuto in braccio, l’essere portato addosso, l’essere allattato al seno, l’essere abbracciato e coccolato.
Il tatto, è il primo modo attraverso cui il feto e il neonato iniziano a “conoscere il mondo”, prima ancora che con la vista e con l’udito. Queste sono le esperienze su cui si fonda il sentimento di autostima del bambino: la percezione della propria identità da parte del piccolo nasce proprio dall'esperienza di contatto corporeo, che gli fa percepire meglio se stesso e l’altro e i propri confini. 

Anche la neomamma trarrà notevoli benefìci dalla comunicazione “pelle a pelle” con il bambino. Esistono studi in cui emerge che le mamme che tengono a stretto contatto i propri bambini siano meno soggette alla depressione post partum e al baby blues.
Il contatto corporeo tra madre e bambino concede ad entrambi un tempo protetto per conoscersi e riconoscersi e per ritrovare quell'intimità condivisa per 9 mesi.

Ci ricorda F. Leboyer in “Shantala”:

"Essere portati, cullati, essere tenuti, massaggiati, sono tutti nutrimenti per i bambini piccoli, indispensabili, come le vitamine, i sali minerali e le proteine, se non di più."

Il contatto e le carezze producono un'autovalorizzazione, ci sentiamo apprezzati:è l'intimo riconoscimento del nostro valore come esseri viventi unici.