mercoledì 21 agosto 2013

L’OMS dichiara che i latti di proseguimento e di crescita non sono necessari e che il loro marketing può ingannare i genitori

Una nuova presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo “Information concerning the use and marketing of follow-up formula” (Informazioni sull’uso e il marketing dei latti di proseguimento e di crescita – SCARICA QUI DAL SITO DELL’OMS) divulgata il 17 luglio 2013 afferma che le formule di proseguimento e di crescita non sono necessarie, sono inadatte a sostituire il latte materno dopo i 6 mesi e devono sottostare alle regole di commercializzazione stabilite dall’Assemblea Mondiale della Sanità. IBFAN spera che questa nuova presa di posizione dell’OMS possa spingere i governi a inserire nelle proprie legislazioni il controllo del marketing degli alimenti per lattanti e bambini piccoli, per far sì che i genitori ricevano solo informazioni obiettive e indipendenti sul migliore modo di nutrire i loro bambini. L’Unione Europea, dove la pubblicità ai latti di proseguimento e crescita è dilagante, ha recentemente emesso un regolamento che dovrebbe in qualche modo – non completamente, ma è un inizio – rafforzare questi controlli, vietando l’idealizzazione di questi latti nelle loro etichette.

L'industria di alimenti per l’infanzia ha inventato i latti di proseguimento per scopi commerciali e a torto sostiene che questi non siano coperti dal Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno e successive pertinenti Risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità. Ora continua questa strategia aggiungendo latti fortificati con nomi idealizzanti come ‘latte di crescita’, ‘latte primi passi’, ‘latte junior’ – denominazioni che non sono state autorizzate per il mercato europeo.

L’OMS afferma:

“Alcuni studi suggeriscono in modo convincente una diretta correlazione tra le strategie di marketing per i latti di proseguimento e di crescita e la percezione e il conseguente uso di questi prodotti come sostituti del latte materno. In molti casi, la confezione, il marchio e l’etichettatura dei latti di proseguimento e di crescita sono molto simili a quelli del latte per lattanti. Questo genera confusione circa la destinazione d’uso dei prodotti, cioè la percezione che siano sostituti del latte materno.”

“Anche se i latti di proseguimento e di crescita non sono necessari, e risultano non idonei quando usati come sostituti del latte materno, sono commercializzati in un modo che può generare confusione e avere un impatto negativo sull’allattamento al seno […] tipo di confezione, marchio ed etichettatura, possono indurre le madri a usare questi prodotti nei primi sei mesi e/o a sospendere l’allattamento al seno dopo questo periodo.”

“Se i latti di proseguimento e di crescita sono commercializzati o comunque rappresentati come adatti, con o senza modifiche, per sostituire parzialmente o completamente il latte materno, sono coperti dal Codice. Inoltre, quando i latti di proseguimento e di crescita sono altrimenti rappresentati in modo da essere percepiti o usati in sostituzione del latte materno, parzialmente o completamente, detti prodotti ricadono nell’ambito di applicazione del Codice.”

Patti Rundall, co-presidente di IBFAN, dice: “il marketing dei latti di proseguimento e di crescita ha fatto moltissimi danni alla salute e alla sopravvivenza dei neonati e dei bambini piccoli – in tutte le parti del mondo le aziende produttrici hanno utilizzato ogni mezzo per promuovere questi latti costosi come essenziali per la salute, utilizzando affermazioni di salute, idealizzazioni, doni, omaggi e pubblicità. Alcune aziende hanno affermato che questi prodotti non sono coperti dal Codice. Ma questa presa di posizione prova che hanno torto. I genitori sono stati raggirati e indotti a spendere inutilmente milioni di dollari, e devono conoscere la verità.”

domenica 18 agosto 2013

Genitori "ad alto contatto"


Io sono proprio una mamma ad alto contatto!!! E tu?


Chi sono i genitori ad alto contatto? Sono coppie genitoriali, madri e padri, che scelgono un metodo educativo che prevede uno stretto legame corporeo con il neonato. Portare il bambino in fascia, allattarlo al seno, condividere il sonno sono alcune delle pratiche messe in atto. Condividono il concetto che gesti affettivi che permettono al neonato di crescere sano, sicuro, amabile e forte sono i gesti più antichi dell’accudimento: cullare, abbracciare, accarezzare,baciare, stare vicini, guardarsi.
Gonzàlez scrive: “La nostra società, per alcuni aspetti così comprensiva, lo è molto poco nei confronti delle madri e dei bambini … sembrano esistere tre tipi di tabù:
-relativi al pianto, è proibito prenderli in braccio, dare loro ciò che chiedono
-relativi al sonno, è proibito addormentarli tenendoli in braccio o allattandoli o dormire con loro.
-relativi all’allattamento materno, è proibito allattare in qualsiasi momento”
Cos'hanno in comune queste convinzioni? Tendono a limitare al minimo il contatto fisico.
Eppure già Gerhardt diceva “Essere tenuto tra le braccia con amore è il più grande stimolo allo sviluppo … nelle braccia della madre o del padre, dove c’è calore si è al sicuro, i muscoli si rilassano ed il respiro si fa più profondo, nello stesso modo accarezzare dolcemente e cullare lievemente scioglie le tensioni. La frequenza cardiaca del bambino si sincronizza con quella della mamma: se lei è rilassata e in armonia, lo sarà anche il bambino. Il sistema nervoso autonomo della madre comunica con il sistema nervoso del bambino, calmandolo attraverso il tatto.”

Le mamme Canguro
Il contatto corpo a corpo per il neonato è un bisogno vitale, sia per la sua evoluzione psichica che fisica. 
Negli ultimi anni anche in Italia si è tornata a diffondere l'abitudine di portare i propri bambini in fasce o marsupi. 
Ashley Montagu (1905-1999), noto antropologo, scienziato e umanista inglese, attraverso il suo libro “Touching: the Human Significance of the Skin” raccoglie i risultati di studi autorevoli che sostengono che, quando viene alla luce, il bambino non è effettivamente pronto ad affrontare la vita fuori dall'utero.

Numerosi studi parlano infatti di un periodo chiamato esogestazione che rappresenta il periodo in cui il neonato completa il suo sviluppo al di fuori dal grembo materno. In questo periodo ciò di cui ha principalmente bisogno il neonato è il contatto corporeo con la mamma: l’essere tenuto in braccio, l’essere portato addosso, l’essere allattato al seno, l’essere abbracciato e coccolato.
Il tatto, è il primo modo attraverso cui il feto e il neonato iniziano a “conoscere il mondo”, prima ancora che con la vista e con l’udito. Queste sono le esperienze su cui si fonda il sentimento di autostima del bambino: la percezione della propria identità da parte del piccolo nasce proprio dall'esperienza di contatto corporeo, che gli fa percepire meglio se stesso e l’altro e i propri confini. 

Anche la neomamma trarrà notevoli benefìci dalla comunicazione “pelle a pelle” con il bambino. Esistono studi in cui emerge che le mamme che tengono a stretto contatto i propri bambini siano meno soggette alla depressione post partum e al baby blues.
Il contatto corporeo tra madre e bambino concede ad entrambi un tempo protetto per conoscersi e riconoscersi e per ritrovare quell'intimità condivisa per 9 mesi.

Ci ricorda F. Leboyer in “Shantala”:

"Essere portati, cullati, essere tenuti, massaggiati, sono tutti nutrimenti per i bambini piccoli, indispensabili, come le vitamine, i sali minerali e le proteine, se non di più."

Il contatto e le carezze producono un'autovalorizzazione, ci sentiamo apprezzati:è l'intimo riconoscimento del nostro valore come esseri viventi unici.

lunedì 15 luglio 2013

Gravidanza: lo yoga fa bene a mamma e bambino

A differenza di alcuni sport sconsigliati in gravidanza, lo yoga aiuta le donne incinta a star bene. È quanto sostiene il famoso medico e scrittore britannico Julian Spinks. Lo yoga permette di eseguire esercizi dolci senza causare sforzi muscolari.

Lo yoga può infatti donare benessere a muscoli, articolazioni e colonna vertebrale.
Inoltre secondo il dott. Spinks lo yoga apporta effetti positivi anche a livello emotivo, donando rilassatezza interiore ed equilibrio. Tali benefici possono riflettersi in maniera più che positiva anche in un organismo in fase di crescita ed evoluzione.

In particolare praticare yoga in gravidanza può essere benefico per le mamme in attesa che potrebbero soffrire di mal di schiena.

È consigliato comunque alle future mamme rivolgersi ad un centro yoga specializzato con insegnanti qualificati nello svolgimento di corsi di yoga rivolti in modo specifico alle donne in dolce attesa. Un maestro di yoga esperto potrà infatti indicare gli esercizi migliori e seguirne con attenzione l'esecuzione e potrà programmare le lezioni a seconda delle esigenze della donna, in base al momento della gravidanza e secondo le sue condizioni di salute.

martedì 9 luglio 2013

Le frasi da non dire alla mamma che allatta

Quante volte mi sono sentita dire e mi sento ancora dire queste frasi!! Sono l'unica?

Commenti e giudizi sulla gestione delle poppate al seno e sulle caratteristiche del suo latte possono pesare molto sulla serenità di una neomamma. Ecco le frasi da evitare quando si parla con una donna in dolce attesa e/o con una madre che sta allattando il suo bambino.

Chissà se avrai latte...
Questa frase, detta a una futura mamma crea dei dubbi che non hanno ragione di essere e può minare la sua fiducia nelle proprie potenzialità di nutrire al meglio il bimbo che nascerà. Oggi sappiamo che gli impedimenti di tipo fisiologico alla buona riuscita dell'allattamento sono rarissimi, eppure si continua a parlare della produzione di latte come se fosse una possibilità e non una certezza. "Ci precedono due generazioni di mamme che, a causa di alcuni errori nella gestione delle poppate (allattare a orari, offrire acqua, tisane, formula artificiale), non sono riuscite ad allattare" considera Martina Carabetta, Consulente Professionale in Allattamento Materno (IBCLC) presso l'Ambulatorio Latte&Coccole di Roma. "E così, si è diffusa l'idea che allattare sia una faccenda di fortuna e che alcune donne abbiano latte e altre no. L'esperienza negativa di chi ci ha preceduto, ha fatto sì che perdessimo la fiducia in questa nostra capacità. In realtà tutti i mammiferi producono latte per i loro cuccioli e le mamme umane non sono da meno! Ricordiamo che la sopravvivenza della specie umana si deve proprio al latte materno".

Sei sicura che il tuo latte sia sufficiente?
Ecco un commento che può mettere seriamente in crisi una neomamma che si sente completamente responsabile del benessere e della crescita del suo bambino. "In realtà si tratta di un dubbio che, generalmente, non ha senso" spiega Martina Carabetta, "e lo si comprende facilmente se ragioniamo in termini di fisiologia: se siamo mammiferi e le mammelle sono ghiandole, per quale motivo dovrebbero funzionare solo al 70%? Oppure al 30%? Oppure il lunedì e il martedì e non il mercoledì? Nessuno di noi si preoccupa che altre ghiandole un giorno non funzionino più". In genere chi mette in dubbio il latte della mamma lo fa perchè non conosce la normalità dell'allattamento. Ad esempio, il fatto che le poppate siano numerose e molto frequenti può essere interpretato – erroneamente – come mancanza di latte, mentre si tratta del meccanismo pensato dalla natura per garantire il buon avvio e la prosecuzione dell'allattamento stesso. Infatti, la produzione si basa su un meccanismo di domanda e offerta, più spesso il bimbo succhia, più latte viene prodotto.
Lo attacchi ancora? Ma ha appena poppato!

L'allattamento non si basa su orari e tabelle come l'alimentazione artificiale. A guidare le poppate è la richiesta del bambino stesso, poiché soltanto lui sa se è il momento di mangiare o, ancora, se ha sete e ha bisogno di attaccarsi al seno per dissetarsi. "Ricordiamo inoltre che al seno il bambino soddisfa anche il bisogno di contatto e di rassicurazione... è normale che un neonato poppi spesso!" spiega la consulente professionale.

Devi pesarlo prima e dopo la poppata

Un tempo la doppia pesata, purtroppo, era la norma, ora invece è fortemente sconsigliata poiché genera ansie e stress e non offre informazioni utili. "Per controllare che tutto proceda bene, la mamma potrà contare i pannolini bagnati (che dovranno essere almeno 6-7 al giorno) e pesare il bebè una volta alla settimana" spiega Martina Carabetta. "Nel primo trimestre, l'incremento ponderale dovrebbe raggiungere e/o superare i 150 grammi. Nel caso in cui il bimbo sia cresciuto un po' meno, piuttosto che verificare quanto latte assume ad ogni poppata, meglio valutare la situazione nel complesso magari rivolgendosi a una figura esperta in allattamento".

Sarà sostanzioso? Sembra acqua!

"Il latte materno ha una composizione diversa dal latte vaccino" spiega la consulente professionale. "Contiene molta acqua (circa l'87%) perchè deve rispondere al fabbisogno di liquidi del bambino; inoltre la sua consistenza varia durante la poppata: all'inizio il latte è molto più trasparente, poi diventa via via più denso. Ricordiamo che il latte della mamma è perfetto per rispondere alle esigenze nutritive del bambino".

Il tuo latte è troppo grasso!

Con il latte di mamma non esiste il rischio di mangiare 'troppo'. Anzi, l'allattamento riduce il rischio di dover fare i conti con un eventuale sovrappeso nell'infanzia. L'allattamento ha anche una funzione "educativa" in questo senso, poiché abitua il bimbo ad autoregolarsi, mangiando solo quando ha fame e la quantità giusta per saziarsi.

Ti ha scambiato per un ciuccio!

Spesso alla mamma viene suggerito di offrire il ciuccio al bebè, perchè il piccolo non usi il seno come se fosse un succhiotto. "In realtà è il contrario: al massimo è il ciuccio che viene scambiato per il seno, non viceversa!" commenta Martina Carabetta. "Il seno rappresenta la risposta fisiologica al bisogno di suzione del bambino, il succhiotto è un sostituto del seno. Un sostituto che, nelle prime settimane di vita, sarebbe meglio non offrire al bebè, per non rischiare di interferire con il buon avvio dell'allattamento stesso. Infatti, usando il ciuccio c'è il rischio che alla fine della giornata il bimbo non abbia poppato abbastanza spesso, e quindi che il seno non venga stimolato in modo adeguato e la produzione cali".

Così lo vizi!

Offrire il seno non significa certamente viziare, la vicinanza e il contatto con la mamma sono bisogni primari per un piccolo essere umano, i vizi sono altri...
articolo di Giorgia E.Cozza

Lo allatti ancora?

Quanto volte mi sono sentita fare questa domanda per il mio primo bimbo!!! 
Allattato fino a 22 mesi, oggi leggo questo articolo che mi conferma che la mia scelta è stata giusta!!

Fino a quando allattare al seno? Al seno il bebè trova l'alimento ideale per la crescita e un'importante fonte di affetto e rassicurazione.

Ma una volta superati i sei mesi di vita, quando il bimbo inizia ad apprezzare nuovi cibi e sapori, fino a quando ha senso continuare ad allattare? Dopo l'anno di età il latte materno conserva il suo valore nutritivo? Quando è il momento giusto per interrompere questa speciale forma di relazione tra mamma e figlio?

Una scelta personale

Quando si parla di allattamento al seno non ci sono "scadenze" o tempi predefiniti, uguali per tutti. Le poppate possono proseguire più o meno a lungo, secondo dei desideri della coppia mamma-bebé. "L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di nutrire esclusivamente al seno fino al sesto mese di vita del bambino" spiega Paola Paschetto, consulente professionale presso il Centro Allattamento di Biella, "il latte materno dovrebbe poi restare l'alimento prevalente, a cui si accostano gradualmente altri cibi, fino all'anno; ed è consigliabile proseguire l'allattamento per tutto il secondo anno di vita. Dopo il secondo anno, afferma sempre l'OMS, la scelta di continuare e per quanto tempo, è a discrezione di mamma e bambino".

Latte senza sostanza?

"Ormai è acqua!" e "Dopo l'anno, il tuo latte non ha più sostanza". Queste sono solo alcune delle osservazioni che facilmente si sentirà rivolgere la mamma che allatta un bimbo che ha superato i primi mesi. "Ma si tratta di obiezioni che non hanno alcuna base scientifica, luoghi comuni smentiti da studi e ricerche" spiega Paola Paschetto. Non solo il latte materno conserva tutto il suo valore nutritivo e immunitario, ma alcune sue caratteristiche si 'potenziano' dopo il primo ed il secondo anno di vita del bambino! Recenti studi hanno infatti evidenziato che, superato il primo compleanno, il latte materno diventa più calorico ed energetico poiché aumentano in grassi in esso contenuti. Con la crescita del bebè si potenziano anche le proprietà antibatteriche che rendono il latte un valido alleato del sistema immunitario del bambino.

Più latte, più salute!

C'è un collegamento tra durata dell'allattamento e benefici per la salute. Più a lungo il bimbo è allattato e più si riduce il rischio di fare i conti con problemi di sovrappeso e obesità nell'infanzia. E per la mamma, nutrendo al seno si abbassa la percentuale di rischio di sviluppare un cancro al seno, alla cervice uterina, alle ovaie. Anche questi benefici sono proporzionali alla durata dell'allattamento stesso: maggiore è la durata, maggiore è l'effetto protettivo.

E a livello psicologico?

Una delle obiezioni più ricorrenti quando si allatta un bimbo che ha superato i primi mesi è quella che l'allattamento possa interferire con il suo cammino verso l'indipendenza. Molte mamme si sentono dire che stanno crescendo dei figli "mammoni". "Eppure non esiste nessuno studio che dimostri questi luoghi comuni" riprende la consulente. "E fino alla metà del secolo scorso essere allattati per due o tre anni era la norma e tuttora lo è in molte culture, senza 'conseguenze' negative in termini di autonomia dei bambini". Anzi, pare sia vero proprio il contrario: i bimbi che hanno avuto a disposizione il seno materno per il tempo desiderato, generalmente, sviluppano un attaccamento sicuro e mostrano buone capacità di gestire situazioni nuove.

È troppo dipendente dalla mamma?
"Nella nostra società c'è tanta fretta di rendere autonomi i bambini, ma in realtà è normale che un piccino di due anni – che sia allattato o meno - sia dipendente dalla sua mamma" considera Paola Paschetto. "Ha tutta l'infanzia per diventare pian piano sempre più indipendente e nell'adolescenza conquistare l'autonomia emotiva dai genitori. Inoltre, forse è il caso di chiarire cosa si intende quando si parla di autonomia: perchè ci stupiamo se un bimbo di tre anni è ancora allattato, ma non obiettiamo se, alla stessa età, usa il ciuccio o viene trasportato nel passeggino anziché camminare dando la mano al genitore, o fa colazione con il biberon invece che con la tazza?".

Non si svezzerà mai?

"Oggi si pensa che debba necessariamente essere la madre a interrompere l'allattamento, come se l'abbandono delle poppate non facesse parte del normale percorso di crescita" conclude la consulente. "Quanto avviene in altre culture (e avveniva anche in Italia fino ad alcuni decenni fa) ci ricorda però che tutti i bambini si svezzano da soli, chi prima chi poi, ma comunque in età prescolare". I bambini che hanno la possibilità di abbandonare il seno in modo graduale e senza forzature, nella maggior parte dei casi cominciano a diradare da soli le poppate, non cercando più il seno per intervalli di giorni sempre più lunghi, finché a un certo punto la mamma si rende conto che questa forma di relazione ha lasciato il posto ad altre modalità e che l'allattamento si è concluso spontaneamente.

Un aiuto da mamma a mamma

Abbiamo detto che, se allattare fa piacere sia alla donna che al bambino non ci sono motivi per smettere e la madre ha diritto a ricevere sostegno ed essere compresa ed apprezzata nella sua scelta. Se questo sostegno non arriva o, al contrario, la mamma è oggetto di commenti indesiderati o addirittura critiche, per risolvere dubbi e perplessità può essere di grande aiuto condividere le proprie emozioni con altre donne che stanno vivendo la stessa situazione o ci sono già passate. Il suggerimento è quindi quello di partecipare agli incontri organizzati da Consultori, gruppi di auto-aiuto e associazioni che promuovono l'allattamento.

articolo di Giorgia E.Cozza

venerdì 5 luglio 2013

Varicella

Anche a casa nostra è arrivata la varicella!! Proprio alla fine dell'anno scolastico, un bambino ha infettato metà classe! (l'altra metà l'aveva presa l'anno prima ;)
Venerdì mattina in aereo mentre venivamo al mare dai nonni guardo mio figlio e vedo sul collo tre bolle, ovviamente ho capito subito che stavolta non ci sarebbe stato scampo!!
Infatti nei giorni successivi un'esplosione di bolle, soprattutto sul tronco e poche in viso e niente nelle gambe, una notte di febbre altissima e due giorni di prurito costante! E' stato abbastanza un incubo :), lui quando sta male vuole solo mamma, ma avendo la piccola da allattare e in più dovendo evitare che stiano troppo vicini rischio infezione, non è stato proprio semplice, anzi!!!
Niente antivirali o antistaminici, è seguito da un omeopata unicista molto bravo e ovviamente da una naturopata molto brava, la sua mamma!!! Per cui febbre scesa con sali di Schussler e rimedio omeopatico per varicella, tanti bagni con farina d'avena per alleviare il prurito. 
In un paio di giorni tutto passato, ora aspettiamo che vadano via le crosticine per poter andare finalmente al mare!!! 
Stefania

Secondi figli

In questi giorni stavo considerando la mia esperienza con la seconda bimba, dopo questi primi tre mesi.
Lei rispetto al primo bambino è veramente impegnativa da gestire! I primi due mesi sempre attaccata al seno (ma questo lo faceva anche il primo!), ma a questo si sono aggiunte: coliche, reflusso e ovviamente pianti e strilli continui! Ora è nella fase dei pianti nel momento di dormire o quando è molto stanca ma non vuol saperne di dormire ed è un continuo svegliarsi per ogni minimo rumore.
Il primo bambino (a parte stare quasi sempre attaccato al seno!) dormiva ovunque incurante dei rumori intorno, mai avuto coliche o reflusso, lo so sono stata fortunata! Anche se in quel momento non la pensavo così... 
Ma nonostante questo impegno con lei mi sembra tutto più facile! 
Il primo figlio è veramente un esperienza, come dire "totalizzante", qualcosa alla quale non sei assolutamente preparata! 
Non so se è una sensazione che ho vissuto solo io, ma è stato uno scombussolamento totale a tutti i livelli emozionale, energetico e fisico. Invece con la seconda mi sembra tutto più semplice. Sarà l'esperienza acquisita con il primo, sarà come dice una mia amica, quando hai il primo figlio credi ancora che sia un tuo diritto dormire, mangiare, fare una doccia, leggere (e potrei proseguire...), per lo meno non seguendo i tuoi ritmi e orari! con il secondo hai già capito che non è così e quindi sei più rilassata! Forse è proprio così, la vita di una mamma si plasma in base alle esigenze dei figli, tutto il resto passa in secondo piano, almeno per un pò di tempo!!
Anche tu hai avuto la stessa esperienza? 
Stefania

martedì 2 luglio 2013

Parto in casa

Credo sia il caso di raccontarvi anche il mio parto in casa! 
La mia seconda bambina è nata da tre mesi ormai! E anche lei, come il mio primo bimbo, è nata in casa. 
Quando ti avvicini alla fine della gravidanza, tutti iniziano a chiederti "hai deciso dove partorire?" (a Roma ci sono vari ospedali e molta scelta!) e alla mia risposta "si a casa", tutti mi guardavano come se stessi scherzando e quando dicevo che anche il primo bimbo è nato a casa, allora lo sguardo diventava "questa è pazza"!!!
Questa è la reazione comune della maggior parte delle persone, seguita, dalle mamme che hanno già vissuto il parto, "che coraggio" e "come fai senza epidurale?"
Non penso che partorire in casa richieda molto coraggio, sicuramente richiede avere fiducia in se stesse, nelle reazioni del proprio corpo e richiede affidarsi al proprio istinto. 
Partorire è una cosa naturale, che ogni donna sa fare indipendentemente dai medici, dall'ospedale e da tutto quel mondo che cerca di medicalizzare anche una delle cose più naturale a questo mondo!
Ma ormai la società in cui viviamo richiede questo, l'ospedale dove in teoria si va perché si è malati sembra essere l'unico posto dove si può dare alla luce un bambino! Siamo convinte che un ginecologo, (magari uomo!), sappia meglio di noi cosa fare, deleghiamo una cosa talmente personale all'esterno e questo solo per paura! Paura di soffrire, paura di non riuscire...spesso ci dimentichiamo della forza che abbiamo e forse anche il parto può essere un momento per riscoprirlo e riscoprirci!
Stefania

P.s. Tra l'altro per quante di voi fossero interessate al parto in casa,alcune regioni (tra cui il Lazio), rimborsano le ostetriche che vi seguiranno!




giovedì 30 maggio 2013

Carne non indispensabile per svezzare i bambini: spot Mellin sospeso perché fuorviante

Post dal mio blog: latuanaturopata.it

Ricordate quello spot della Mellin sullo svezzamento dei bambini trasmesso frequentemente negli ultimi tempi dove la voce narrante recitava: ”Tuo figlio ha bisogno di ferro della carne“.?
Bene, questa inesattezza spacciata per verità scientifica ha mosso la LAV, storica associazione animalista, ad aprire un procedimento presso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per contestare l’indispensabilità della carne in età pediatrica sostenuta all’interno della pubblicità firmata Mellin.
Ebbene, questo produttore di omogeneizzati è stato costretto a fare un passo indietro ritirando lo spot contestato e impegnandosi a tener conto dei rilievi formulati per le prossime iniziative.
A sostegno del procedimento mosso dalla LAV, infatti, ci sono non solo il buon senso comune ma anche i dati provenienti da ricerche scientifiche recenti, come quella condotta nel 2009 dall’American Dietetic Association secondo cui uno stile alimentare vegetariano oltre ad apportare benefici per la salute, consente anche di prevenire alcune patologie.
Anche uno studio illustrato dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) e condotto su bambini tra il primo ed il secondo anno di vita, alimentati con una dieta esclusivamente vegetariana, ha evidenziato una minore incidenza di malattie rispetto al gruppo di bambini onnivori, a parità dell’andamento di crescita.
Questa piccola vittoria legale contro una pubblicità ‘ingannevole e fuorviante’ – secondo le accuse della LAV – forse rappresenta lo spiraglio per un reale cambiamento dei preconcetti sull’alimentazione vegetariana e l’infanzia.
Tratto da
http://www.tuttogreen.it/la-carne-non-e-indispensabile-per-lo-svezzamento-dei-bambini-spot-mellin-sospeso-perche-fuorviante/


http://latuanaturopata.blogspot.it/2012/03/carne-non-indispensabile-per-svezzare-i.html

venerdì 10 maggio 2013

Il parto? Meglio a casa!!


È ora di tornare a partorire  a casa. Per le future mamme in buona salute che stanno vivendo una gravidanza fisiologica, l’ospedale non sarebbe il luogo più indicato dove partorire.
A sostenerlo è una voce autorevole, si tratta infatti del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (Rcog) britannico, che nel suo ultimo rapporto sottolinea che un terzo delle future mamme dovrebbe tornare a partorire tra le mura domestiche, o nei centri gestiti da ostetriche che sono le figure di riferimento per la fisiologia.
Dal rapporto emerge, inoltre, la necessità di ridurre i reparti di maternità per concentrare le cure specialistiche a servizio delle donne che ne hanno effettivamente bisogno.
Secondo Anthony Falconer, presidente del Rcog, l’attuale gestione pubblica delle maternità “non è accettabile, né sostenibile” e le donne non dovrebbero più guardare all’ospedale come al luogo dove partorire. “Solo un terzo delle partorienti ha bisogno di un medico, solo un terzo di un’ostetrica e solo un terzo di entrambi” afferma Anthony Falconer. “C’è la percezione fra le pazienti che partorire in ospedale sia più sicuro. Ma le cliniche gestite dalle ostetriche sono dei posti molti sicuri per mettere al mondo un figlio“.
In effetti, in alcuni Paesi europei il parto a domicilio non è un evento raro, pensiamo all’Olanda, dove il 30% dei bimbi nasce in casa.


E in Italia?Nel nostro Paese, dove gravidanza e nascita sono eventi fortemente medicalizzati, questa è un’opportunità ancora poco sfruttata. “Ma il parto in casa, per le donne sane, è un’alternativa molto valida” commenta Marta Campiotti, presidente dell’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio e case maternità. “Il parto non è un atto medico, ma è un evento fisiologico: il bambino nasce senza bisogno di procedure o interventi particolari. Minori sono le interferenze e più ‘facile’ e soddisfacente si rivela l’esperienza del parto”.
A garantire la sicurezza di questa scelta è l’attenta selezione che viene compiuta già nell’attesa, sulla base dei parametri stabiliti dalle linee guida dell’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio e case maternità.

Ad esempio, non possono partorire in casa le future mamme che soffrono di patologie preesistenti alla gravidanza (diabete, malattie croniche della mamma, ecc.) o comparse nel corso dell’attesa (preclampsia, diabete gestazionale, ecc.), e le donne che hanno subito operazioni all’utero. Ma per le donne che hanno vissuto un’attesa fisiologica e godono di buona salute (con bimbo in posizione cefalica e gravidanza a termine, ovvero tra la 37a e la 42a settimana), accogliere il proprio piccino tra le accoglienti mura domestiche può rivelarsi un’esperienza molto soddisfacente. Si è visto, inoltre, che le donne che partoriscono a casa allattano al seno di più e più a lungo, e l’intesa con il neonato è favorita.
In alcune regioni, ovvero Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, e nelle province autonome di Trento e Bolzano, le coppie che scelgono di partorire a domicilio o in una Casa di Maternità hanno la possibilità di chiedere un rimborso totale o parziale (la percentuale cambia a secondo della Regione) delle spese sostenute per l’assistenza ostetrica.

Fonte: /http://www.dolceattesa.rcs.it/2011/07/il-parto-meglio-a-casa-2/

venerdì 26 aprile 2013

Parto naturale si o no

Vi posto questo articolo già pubblicato su:
http://latuanaturopata.blogspot.it/2013/03/parto-naturale-si-o-no.html
Mi sembra adatto!!!

Ormai sono arrivata alla 38° settimana della mia seconda gravidanza, quindi quasi alla fine!
E' un momento particolare della gravidanza...c'è la voglia che il bambino nasca e nello stesso tempo la paura per questa imminente nascita!
Tante emozioni contrastanti e forti si sovrappongo, il voler finalmente conoscere la mia bimba, ma anche il dover affrontare nuovamente il parto. 
Il mio primo parto è stato un  parto totalmente naturale, mio figlio è nato a casa in un ambiente a mio avviso sicuro e protetto, ma con il primo parto c'è anche l'inconsapevolezza di quel che sarà in realtà. Non si hanno punti di riferimento o esperienze simili precedenti, c'è incoscienza di ciò che si sta per affrontare.
Ora invece c'è la consapevolezza di ciò che è stato! sicuramente non facile, non semplice, qualcosa che ti porta al limite, fisico, emozionale, energetico, tutto insieme!
Stavolta i dubbi sul gestire un parto totalmente naturale sono stati di più, ora non sono totalmente inconsapevole di ciò che sarà e che succederà.... quindi ieri ho ripreso in mano un libro che mi ha aiutata a dissipare i dubbi e mi ha ricentrata sul perché è importante far nascere la mia bambina nel modo più naturale possibile. 
Non si tratta solo di partorire, ma come dice Verena Schmid, è un vero viaggio dentro noi stesse, impegnativo certo, ma un viaggio che ci riconette con la nostra anima più antica, con ciò che siamo in realtà, con tutto ciò che rimane chiuso dentro di noi e non viene fuori. E' il momento nel quale come donna ci ricolleghiamo a tutto ciò che di ancestrale esiste, un ritorno alla Madre, alla sacralità del parto che oggi purtroppo si tende a medicalizzare un pò troppo e a farlo diventare un'esperienza più medica che personale.
Un passo del libro dice:
SEI SACRA
SEI LA PORTA DELLA VITA
SEI L'ANTICA DEA MADRE
Ti lasci attraversare da un essere che viene da un altro mondo e, dopo avergli dato un corpo, lo dai alla luce.

Leggetelo!!! E' veramente illuminate ;)  "Venire al mondo e dare alla luce" di Verena Schmid. 


Ciao a tutti ;)

Ciao, mi chiamo Stefania Gangemi. Sono una Naturopata e da ormai più di 10 anni mi occupo di crescita e sviluppo personale.
Le cure naturali e il benessere psico-fisico sono diventati la mia passione e il mio lavoro! 
Sono anche una mamma di due splendidi bambini, Alessandro di 5 anni e Zoe nata da un mese!
Questo blog nasce con l'idea di condividere la mia esperienza come mamma e naturopata nel crescere i miei due figli nel modo più naturale possibile :)
Buona lettura!
Al prossimo post ;)

P.s. ti suggerisco di visitare anche il mio blog sulla Naturopatia: www.latuanaturopata.it